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Viaggio nella storia: tecnologia e comunicazione

Prima di cominciare “ben tornati!”

Cari amici del blog, finalmente dopo quasi un anno di silenzio sono tornata!
Per motivi di studio ho dovuto abbandonare il blog e adesso ritorno con qualche nuova idea,
sperando di poter essere più costante possibile nel pubblicare gli articoli.

Un “ben tornati” che ho pensato di darvi con una nuova rubrica, che vuol essere un viaggio nella storia e in particolare, nell’evoluzione della tecnologia e della comunicazione e poi chissà: se l’idea vi piacerà potremo fare anche altri viaggi.

Se oggi possiamo comunicare ad esempio, attraverso un blog come questo, è grazie alla tecnologia e ai sistemi di comunicazione che abbiamo attualmente;
tutto ciò però, non è accaduto da un giorno all’altro, ma ci sono state varie evoluzioni che ci hanno portati fin qui.
Ho pensato quindi, di fare un percorso storico tra le varie invenzioni che hanno cambiato il nostro modo di comunicare.

Cominciamo dallo zograscopio.

Ne avete mai sentito parlare? sapete di cosa si tratta?
No? Ora proviamo a scoprire insieme cos’era.

Lo zograscopio risale alla seconda metà del diciottesimo secolo e fu progettato per ingrandire le immagini piatte con anche la proprietà di aumentare il senso della profondità.

Immagine zograscopio

Esso consisteva in una grande lente d’ingrandimento attraverso la quale venivano visualizzate le immagini.
C’erano dispositivi contenenti solamente l’obbiettivo e che venivano a volte indicati come grafoscopi, mentre altri modelli avevano l’obbiettivo montato su un supporto davanti a uno specchio angolato.
Ciò permetteva a una persona di sedersi a un tavolo e di guardare attraverso l’obbiettivo l’immagine piatta sul tavolo.
Le immagini visualizzate in questo modo, dovevano essere invertite da sinistra a destra,
ciò era evidente in caso di scrittura.

Una stampa realizzata per questo scopo generalmente con un’ampia prospettiva di proiezione grafica, veniva denominata a vue d’optique oppure “vista prospettica”.

Come scritto sopra, gli zograscopi erano popolari nella seconda metà del diciottesimo secolo e venivano utilizzati come intrattenimento da salotto.
Infatti la maggior parte di zograscopi esistenti in quel tempo erano mobili di prestigio, con dei supporti torniti, modanature, accessori in ottone e con finiture di pregio.

Piccola curiosità

in Giappone, lo zograscopio divenne noto con il nome “Megane “ (“Occhiali olandesi”), oppure “Nozoki megane” (“occhiali che sbirciano”).

La nascita degli zograscopi in Francia e in Inghitterra

Dopo che altri personaggi si erano interessati nel corso dei secoli a questo tipo di prospettive,
anche alcuni artisti della pittura olandese dell’età dell’oro del XVII secolo , come
Pieter Janssens Elinga e Samuel Dirksz van Hoogstraten , crearono un tipo di peep show con un’illusione di percezione della profondità manipolando la prospettiva della
vista osservata all’interno, di solito l’interno di una stanza.
Circa dal mille settecento  molte di queste “scatole prospettiche” o “ottica” avevano una lente bi-convessa con un grande diametro e piccole diottrie per una prospettiva esagerata,
dando così una più forte illusione di profondità.
La maggioranza delle immagini mostravano soggetti architettonici e topografici con delle prospettive lineari;
ed è così che nel mille settecento trenta nacquero in Francia, esattamente a Parigi,
i primi zograscopi, allora chiamati optiques”.

D’allora furono pubblicate molte viste prospettiche, soprattutto di scene dalla Francia e dalla Germania, ma anche alcune dall’Inghilterra.
L’Optiques incorporava uno specchio, però mancava di qualsiasi mezzo semplice per variare la distanza dell’obiettivo dall’immagine.

Fu solo nel mille settecento quarantacinque  che iniziarono ad apparire le prime versioni inglesi di questi dispositivi e presto furono stampate molte viste prospettiche, per la maggior parte viste con architettura urbana.
Il riferimento più antico noto al dispositivo inglese si trova in un annuncio su un giornale inglese dell’aprile mille settecento quarantasei.

Nel mille settecento cinquanta venne utilizzato per questi dispositivi
il termine “macchina diagonale ottica”.

Oggi gli zograscopi si possono ammirare soltanto in alcuni musei.

Concludo segnalandovi che le informazioni e le date in questo articolo sono state prese on-line, quindi se notate errori, segnalatemelo tranquillamente nei commenti o utilizzando le varie possibilità di contatto indicate nella sezione “contatti”.

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